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Carlo Vanoni | Official Website

America

Non so voi, ma io, ogni volta che seguo la corsa per candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti d’America, mi faccio una domanda: chi sono tutte quelle persone che dall’Ohio al Nebraska, dal New Mexico al Minnesota, sventolano bandierine a stelle e strisce di fronte al futuro Presidente? 

Che cosa faranno non appena torneranno a casa? 

Che vita avranno? 

Saranno quelli che vivono dentro le villette a schiera dei film americani? 

Taglieranno l’erba? Faranno colazioni abbondanti? Giocheranno a baseball?

Quelle bandierine che sventolano davanti al futuro Presidente, lo sappiamo, sono la rappresentazione visibile del sogno e della speranza di tutta quella gente.

Andy Warhol, Marylin, 1967.
In alto:Jasper Johns, Flag, 1954-55.

La bandiera a stelle e strisce è così affascinante che l’aveva dipinta anche Jasper Johns negli anni Cinquanta. Per l’occasione adoperò la tecnica dell’encausto, la stessa che Leonardo da Vinci scelse per la Battaglia di Anghiari nel Palazzo Vecchio di Firenze. 

C’era, in quella tecnica, un ultimo tentativo di speranza per chi ancora credeva nella pittura. Erano, quelli vissuti da Jasper Johns, giorni felici di un Paese che si affermava sul mondo, happy days diffusi da mezzi di comunicazione molto più potenti della pittura, che, agli occhi della gente, appariva sempre meno importante. 

Jasper Johns dipinse la bandiera americana con l’encausto, forse proprio per riportare la pittura agli splendori di un tempo.

Poi sono arrivati gli anni Sessanta, immortalati da Warhol con l’immagine di Marilyn Monroe. La bandiera di Johns continuava a sventolare, e gli americani s’innamoravano della diva dai capelli biondi, partorita non più dalla pittura, ma dal cinema e dalla televisione.

Ora che siamo nel nuovo millennio e Trump è il loro Presidente, gli Americani hanno riposto la bandierina a stelle e strisce sullo scaffale ordinato del garage, in attesa della prossima campagna elettorale. La bandierina resta lì, tra gli attrezzi per riparare il carburatore del tagliaerba e il passeggino, tra il tostapane scassato e il pallone da football americano, lì, tra il frigorifero e la cassetta di Coca Cola. Lì, pronta a farli sentire nuovamente americani in occasione delle prossime elezioni, tra e la mazza da baseball e il palloncino a forma di cagnolino comprato alla fiera nel Minnesota. 

Jeff Koons, Balloon Dog, 1994-2000

Jasper Johns, Andy Warhol e Jeff Koons altro non sono che tre modi diversi di raccontare l’America dagli anni Cinquanta a oggi: la Flag di Jasper John è il simbolo; la Marilyn di Warhol il sogno; il Balloon Dog di Koons la festa di paese. 

O se preferite: Jasper Johns è il Paese; Andy Warhol la vetrina; Jeff Koons il magazzino. 

Tutti e tre raccontano un Paese che sventola bandierine durante la campagna elettorale del loro futuro Presidente.

Tutti e tre sono grandi artisti, perché con una sola immagine hanno colto lo spirito del loro tempo.

Tutti e tre sono tristemente consapevoli che la pittura, nel mondo contemporaneo, non ha più il ruolo che aveva un tempo. 

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